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al testo di Rosetta Sacchi
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Non so quanto l’amor coniugale abbia di paterno sguardo certo la carne ha grido uguale allo spirito e negarne il richiamo il più equivale a reprimer passione o l’impeto sottacere del delirio.
Vedi, tu che or rinneghi e falsamente hai compreso il sentir della tua amata… Le vedovelle piangono imbrattando i muri e guardano pazientemente stillare gocce sul sentiero invocano primavere venti cieli dentro intime memorie.
E tutti elargiscono sorrisi abbracciano l’aria che contiene ogni loro lamento. Benedicono ogni semplice sillaba se non la terra da esse calpestata, in preda ad una visione. Tu forse rievochi istanti o immagini o desideri in somigliante disegno, offeso e geli dell’amor tuo un dì tant’osannato ogni verbo ogni grido ogni pensiero. |
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